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01/11/2006 Salita a Monte Corvo dalla Valle del Chiarino.
Partecipanti: GIULIO, PAOLO, SEBASTIEN.
Dislivello: 1300m
Difficoltà: EE
Tempo di salita: 2h 45min

Carta Monte Corvo dal Chairino

È il primo di novembre e l’autunno è entrato nel vivo. Aria caldo – umida di provenienza sudoccidentale sta per cedere il posto alla prima ondata di freddo, breve ma intensa, della stagione. Alla nostra partenza da Roma il tempo è pessimo, piove a dirotto, ma siamo fiduciosi nelle montagne abruzzesi e nelle previsioni che indicano tempo migliore nella zona del Gran Sasso. L’obiettivo della giornata è Monte Corvo dalla Valle del Chiarino, un po’ per la bellezza del posto, un po’ perché è una salita lunga ottima per allenarsi, ma soprattutto perché speriamo di toccare con mano la prima neve salendo alle alte quote. Le previsioni del tempo sono affidabili: un sole un po’ pallido occhieggia tra le nuvole quando lasciamo la macchina poco dopo la Masseria Cappelli nella Valle del Chiarino.


Faggeta Chiarino

L'inizio dell'itinerario sotto la faggeta, ormai quasi spoglia e dal sapore tipico dell'autunno.


Si tratta di una delle zone più incontaminate del Parco Gran Sasso – Laga, caratterizzata da grandissime estensioni boschive, numerosi torrenti e alte vette. Ci dirigiamo di buon passo lungo la strada sterrata che, in leggera salita sotto una bella faggeta, ci porta in breve tempo al pianoro della Vaccareccia. Dal pianoro si gode di una splendida vista sull’anfiteatro di cime che chiudono la valle: a sx il ripido versante SW di Monte Corvo, in fondo una cresta aguzza che funge da collegamento con il Venacquaro e a dx la dorsale di M. Ienca – Pizzo di Camarda. Ci sono anche una bella fonte e un rifugio recentemente ristrutturato (di cui si possono chiedere le chiavi).


Valle del Chiarino - Vaccareccia

Vista sulla Valle del Chiarino dallo stazzo della Vaccareccia.


Sotto una leggera pioggerella la salita prosegue sempre sulla sterrata che sale con alcune svolte al successivo ripiano, lo stazzo di Solagne. Vi sono alcuni recinti per le pecore costituiti da muri di pietre a secco che riportano indietro ai tempi d’oro della pastorizia. Sulla dx incombe minacciosa tra le nuvole sempre più scure la verticale parete N di Pizzo Camarda. Noi invece seguiamo un sentiero segnato dai classici bolli CAI che risale su una dorsale subito alla dx di un piccolo canyon roccioso. Con salita moderata guadagniamo quota fino ad arrivare ad un terzo ripiano, in corrispondenza del quale il sentiero piega a sx verso Sella di M. Corvo e risale una costa erbosa con alcune svolte.


Alta Valle del Chiarino

Il pianoro di Solagne e la parte alta della Valle del Chiarino, che si articola in alcuni grandi circhi glaciali dall'aspetto alpino.


Il panorama, pesantemente nascosto dalle nuvole, è comunque molto suggestivo verso W, dove la Valle del Chiarino si articola in alcuni circhi glaciali separati da dossi rocciosi che danno la sensazione di un ambiente d’alta quota alpino. Verso quota 2100 entriamo nelle umidissime nuvole, e comincia a tirare anche un vento moderato ma non freddo. Orientandoci con cartina e GPS lasciamo sulla dx il sentiero segnato e puntiamo diretti a W, salendo ripidi per una costa erbosa che via via diventa una pietraia molto scomoda, avendo come obiettivo la cresta del Corvo, invisibile tra le nubi. Arriviamo infine ad una fascia di rocce rotte, superata la quale con un po’ di attenzione siamo finalmente in cresta, sotto un forte vento ora più freddo.


Cresta di Monte Corvo

Finalmente sulla cresta di Monte Corvo, sotto le nuvole e con un forte vento, ma la vetta è vicina.


Incontriamo anche il sentiero prima abbandonato, che sale a sx in direzione della vetta ormai vicina. Resta solo da superare il “gendarme” con tranquilli passaggi tra belle bancate di roccia e poi siamo alla croce di quota 2623m. Il vento molto forte e la temperatura che non arriva a 3°C ci consigliano un rapido pranzo, seguito da una altrettanto rapida discesa per la stessa strada di salita, salvo che per il tratto di roccette, che evitiamo seguendo il sentiero un poco oltre e tagliando sulla dx quando ormai tale fascia è superata. Quando arriviamo alla macchina il cielo è ancora nuvolo e la temperatura ancora non ha accusato la flessione prevista, ma siamo certi che di lì a due giorni il clima sarà completamente diverso.


Trio di Monte Corvo

Il trio in vetta. Nel caso di giulio l'alta quota può fare brutti scherzi.

Vetta di Monte Corvo

Paolo e Sebastien sulla vetta, già pronti a ripartire.

Roccette verso la cresta del Corvo

La fascia di rocce rotte nel punto in cui passa il sentiero.

Considerazioni: gran bella escursione d’ambiente, panorami mozzafiato in luoghi poco frequentati. Lo sviluppo dell’itinerario permette di affrontare i 1300m circa di dislivello senza grossa fatica, distratti da un paesaggio sempre mutevole. Valgono le considerazioni classiche riguardo il rischio di essere colti dal brutto tempo, soprattutto per i fulmini nella parte finale verso la vetta.

Accesso stradale: A24 Roma – l’Aquila, uscita dell’Aquila W. Quindi prendere la SS80 in direzione Montorio al Vomano, superare il Valico delle Capannelle e scendere fino al Lago di Provvidenza. Quindi a dx per una stradina che passa sulla diga e poi, diventata sterrata (buone condizioni ma tratti un po’ ripidi), conduce fino alla Masseria Cappelli, dove c’è il cartello del divieto di transito (è comunque possibile proseguire fino alla Vaccareccia, risparmiando circa 250m di dislivello ma rischiando una multa).

 

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